Componenti cognitive della depressione
Nella depressione le componenti cognitive del soggetto giocano un ruolo di entità non trascurabile. Esse sono riconducibili alle convinzioni ( di solito irrazionali ) del soggetto che gli impediscono di avere una visione alternativa degli eventi che gli accadono, rimanendo così ingabbiato in un circolo vizioso che può esser rappresentato dal fenomeno definito : “ La profezia che si autoavvera” la cui funzione è quella di ricercare una conferma continua ad una propria convinzione ( ad esempio quanto sono sfortunato) e non far molto per uscire da tale situazione.
Le componenti cognitive che costituiscono e alimentano la depressione possono essere causate, ad esempio, da una “ organizzazione cognitiva di tipo depressiva” dove la bassa autostima che il soggetto ha sviluppato nei suoi vissuti, lo porta ad esser convito che il suo valore e la sua amabilità dipendono solo dal raggiungimento dei doveri che si è imposto. Nel linguaggio del depresso sono infatti presenti più spesso il “ devo ” che il “ voglio ”.
La situazione diviene paradossale quando, nel soggetto con “ORGANIZZAZIONE DEPRESSIVA”, gli obiettivi vengono raggiunti ma lui li svaluta, proprio perché “ li ho raggiunti io che non valgo”. Se tuttavia il soggetto non raggiunge gli obiettivi, o li raggiunge solo in parte, diviene inevitabile “ catastrofizzare” il tutto, e far riemergere il senso di non amabilità personale.
Un soggetto che vive un evento simile inizia ad avere una “visione a cannocchiale” per cui tutte le situazioni di piacere non vengono da lui percepite. Tra le caratteristiche cognitive disfunzionali della depressione vi è anche la generalizzazione, dove “ la parte prende il posto del tutto”. “ … se una cosa mi è andata male, allora nella mia vita va tutto male…”.
